DOMENICA 21 APRILE: 

4^ DOMENICA DI PASQUA ANNO B

 

 

Tra i santi ricordati oggi: S. Anselmo; S. Corrado da Parzham

Una scheggia di preghiera:

 

SEI IL MIO PASTORE, NULLA MIA MANCHERA'.

 

HANNO DETTO: Quando un viso cessa di assomigliare a Dio la parola diventa rumore. (Max Picard)

SAGGEZZA POPOLARE: La bella strada non è mai lunga. (Proverbio della Corsica)

UN ANEDDOTO: Un contadino, bloccato a causa del maltempo a casa sua, dal momento che non poteva uscire a prendersi del cibo, mangiò dapprima le pecore del suo gregge. Quindi, poiché continuava il cattivo tempo, mangiò anche le capre. Alla fine, visto che non si registrava nessun miglioramento, fu la volta dei buoi necessari ad arare. I cani allora, avendo visto quanto era successo, dissero tra di loro: «Dobbiamo andarcene di qui perché il padrone, se non ha risparmiato i buoi che lavorano con lui, come potrebbe risparmiare noi?» 

La favola dimostra che bisogna stare in guardia soprattutto da coloro che non si astengono dal commettere atti malvagi nemmeno nei confronti dei loro famigliari. (Esopo)

PAROLA DI DIO: At 4,8-12; Sal. 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18

 

Vangelo Gv 10,11-18

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». Parola del Signore

 

«IO SONO IL BUON PASTORE»

Attraverso l'immagine suggestiva del buon pastore (e per contrasto del mercenario) possiamo comprendere meglio chi è Gesù per noi e chi siamo noi per Gesù. Egli è il buon pastore che offre la sua vita per le pecore. Ciò vuol dire che per lui le sue pecore (cioè, noi) valgono più della sua stessa vita! 

Gesù è il pastore che ci conduce, che non ci abbandona e che non fugge via di fronte al pericolo, perché gli importa di noi. Già, di noi. Ci considera suoi, le sue pecore: gli apparteniamo. Gesù ci conosce e anche noi lo conosciamo, se siamo pecore del suo gregge. Tra lui e noi si stabilisce un rapporto profondissimo, trinitario, simile al rapporto che lega Gesù al Padre. Ma perché Gesù fa questo?

Esattamente per amore, perché il Padre lo ama e offrire la vita per noi è il modo attraverso cui Gesù risponde e ricambia l'amore del Padre. E noi cosa possiamo fare? 

Ascoltare la sua voce, riconoscerlo e diventare così le sue pecore.